La forma dell’acqua: il progetto dell’Associazione Aquaplus

Intervista all’attuale segretario Emiliano Veronese


HIGHLIGHTS – Ottobre 2023

Emiliano Veronese, socio e past president del RC Milano Linate, in qualità di attuale segretario dell’associazione Aquaplus, ci racconta la sua recente esperienza africana.

Emiliano, cosa ti ha spinto a dedicare le tue ferie estive a questo viaggio in Sud Sudan e Tanzania, zone disagiate e di non facili equilibri di Pace?

Sicuramente mio spirito rotariano di servizio e, con esso, il mio mandato per verificare lo stato di avanzamento dei progetti Aquaplus.

Allora facciamo un po’ di storia: come nasce Aquaplus?

Partiamo da questo presupposto: la consapevolezza che due miliardi e mezzo di persone non hanno acqua potabile e ogni anno circa otto milioni di persone (tra cui molti bambini) muoiono per patologie derivanti da acqua infetta.

Per ripercorrere le tappe, risaliamo agli anni nei quali Milano vince la candidatura per Expo 2015, e alla decisione congiunta di tre attori, ossia il Comune di Milano, l’allora Distretto Rotary 2040 (oggi 2041 e 2042) e Expo 2015 Spa.

Il progetto è quello di realizzare un cosiddetto “modello metodologico e pratico per risollevare, in modo durevole e sostenibile, le condizioni alimentari, sanitarie ed economiche di una comunità rurale fortemente disagiata”.

Dalla fornitura di acqua pulita, l’idea è quella di favorire lo sviluppo di attività di comunità, a partire da quella agricola. Di qui il nome Aquaplus, ossia un plus che sostiene energia per la vita.

Le linee guida sono quindi presentate in conferenza stampa nel 2009, e nel 2010 la firma di un Memorandum of Understanding (MoU), seguito da un Accordo Attuativo tra le parti. Per acquisire una personalità giuridica il dipartimento Aquaplus, nell’ambito della Fondazione Rotary per Milano, si trasforma poi in associazione Aquaplus il 20 luglio 2020 (raccogliendo, come risulta dallo Statuto, più di venti club italiani ed esteri) e, a oggi è iscritto al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore).

Perché il debutto del progetto con Haiti?

Perché il 12 Gennaio 2010 si verifica, proprio in Haiti, il tremendo terremoto con più di duecentomila vittime, in una zona già martoriata, e ciò causa, oltre alle mille emergenze, anche quella della migrazione di migliaia di profughi, in fuga dalla capitale. Si identifica così un’area ed il tavolo di lavoro Aquaplus decide che la zona più opportuna per debuttare con il progetto è una zona con circa 15.000 abitanti nella penisola di sudovest, nel comune di Torbeck, nella provincia di Les Cayes, nella quale già operano le due ONG di Ingegneria Umanitaria AVSI ed MLFM e si trova la facoltà di Agraria della Università Notre Dame de Haiti. Con queste tre Entità appare naturale inaugurare un efficace rapporto di partnership.

Il progetto Aquaplus appare sin dall’inizio caratterizzato da una metodologia che lo possa rendere ripetibile ed applicabile poi anche in altre parti del mondo: esattamente come?

LA METODOLOGIA prevede, come obiettivo irrinunciabile, l’ottenimento di risultati sostenibili e duraturi attraverso la MOTIVAZIONE, la FORMAZIONE e il COINVOLGIMENTO della popolazione locale.

Come si articola in Haiti?

Nello specifico si dispiega in quattro fasi: la prima nella quale si riabilita la captazione di acqua alla sorgente e l’acquedotto, con la conseguente distribuzione di acqua potabile tramite fontane pubbliche e allacciamenti privati, nonché la creazione di un Comitato di abitanti, per la gestione del sistema. La seconda fase con la formazione di esperti agronomi e di insegnanti a cura della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano (UNIMI) in collaborazione con la locale Università Notre Dame di Haiti (UNDH), per condurre gli agricoltori ad ottenere un migliore utilizzo delle potenzialità agricole del suolo locale. La terza fase con la progettazione, costruzione ed assistenza all’avviamento di una Unità di Trasformazione di prodotti agricoli locali, con lo scopo far gestire l’impianto (ed il reddito così prodotto) ad un’imprenditoria sociale, nello specifico cooperative di contadini. Poi, su sollecitazione del World Food Program e del governo haitiano, la quarta fase, concerne lo studio, la messa a punto e la produzione di integratori nutrizionali per l’infanzia basati su una pianta – la Moringa Oleifera estremamente ricca di vitamine, di minerali proteine rispetto alla maggior parte dei frutti e dei legumi.

Vi è infine una quinta fase, dedicata all’emergenza aflatossine, attraverso la campagna di monitoraggi per l’individuazione delle colture contaminate da funghi, che producono tossine cancerogene.

Veniamo al tuo recente viaggio in Tanzania e Sud Sudan, che, come hai anticipato è ascrivibile nell’ambito di un monitoraggio. Esclusivamente monitoraggio?

“Nulla di grande senza entusiasmo”: questo è il mio motto, che ha guidato anche la mia recente missione in Africa, dal 06 al 16 settembre scorsi, come rotariano del RC Milano Linate e in qualità di segretario dell’associazione Aquaplus, braccio operativo dei Distretti RI 2041 e 2042. Certamente in concreto è fondamentale dare continuità operativa e di supervisione al progetto, ma l’energia che guida e motiva è, come dice il motto di quest’anno “Creare speranza nel mondo”. In Tanzania, Paese che ho visitato per la quarta volta, a partire dal 2018, il compito era quello di verificare che il progetto concluso nel gennaio 2020 fosse sempre operativo.

Puoi schematizzare le fasi inizialmente previste per il progetto Aquaplus in Tanzania?

Lo scopo del progetto è il miglioramento della qualità di vita e delle condizioni socio-economiche della popolazione dell’area di Kisiju Ward (circondario del villaggio di Kisiju-Pwani) a sud di Dar es Salaam. Anche in questo caso la fase uno originariamente riprende, come in Haiti, l’idea di realizzare una rete di distribuzione dell’acqua, gestita da un comitato locale, oltre alla canalizzazione di saline già esistenti per creare bacini destinati alla piscicoltura. Una fase due con raccolta e lavorazione degli anacardi, che è un prodotto naturale di questa regione, e verosimile fonte di redditività economica. Una fase tre e quattro dedicate rispettivamente all’educazione di giovani Tanzaniani, sia presso strutture scolastiche della vicina Mkuranga che in Italia, sfruttando mobilità (e borse di studio) degli studenti e docenti delle Università formalmente inserite tra i partner del progetto UNIMI e Polimi, ed al miglioramento nutrizionale, tramite l’uso di integratori alimentari autoctoni a base di Moringa Oleifera.

 

Se in Tanzania è una “quarta volta”, in Sud Sudan c’è l’orgoglio di un nuovo progetto, inaugurato per portare acqua potabile a due villaggi di circa 6000-7000 abitanti ciascuno. Anche qui un progetto Aquaplus in quattro fasi?

Si, la metodologia è la stessa, con una declinazione nelle caratteristiche locali. Nella zona di Juba, circa 8000 contadini si sono spostati nei dintorni della città in cerca di sicurezza dalle bande di predoni armati. L’obiettivo di Aquaplus resta quello di dare acqua potabile per alimentarsi e per le coltivazioni agricole, con la captazione dal Nilo per irrigare i campi. La collaborazione tra la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, la Fondazione Politecnico di Milano, la locale Università Cattolica di Juba ed il Ministero dell’Agricoltura Sud Sudanese prevedono la formazione di esperti agronomi e di insegnanti per orientare gli agricoltori al meglio, così come la costituzione di un Centro Servizi e l’affido della gestione ad una cooperativa di agricoltori, infine lo studio e la produzione di integratori nutrizionali per l’infanzia basati su una pianta, la Moringa Oleifera, già utilizzata nei progetti Aquaplus ad Haiti ed in Tanzania, che anche qui cresce bene e rapidamente. È prevista l’integrazione con cibi a base di farine tradizionali, al fine di conferire agli alimenti per l’infanzia le proprietà nutrizionali definite dalla OMS. I programmi di sensibilizzazione serviranno a che questi prodotti, introdotti da Aquaplus presso le comunità rurali alle madri e alle donne in gravidanza possano migliorare le condizioni generali di salute.

 

Guardiamo ora al prossimo futuro milanese: il Centenario del Rotary in Italia.

Con grande entusiasmo posso affermare che il Rotary, con i suoi quasi centovent’anni di storia (il prossimo novembre ricorrono appunto i cento anni di Rotary in Italia), le professionalità che raduna e le relazioni internazionali che gli sono proprie, ci ha già permesso, e renderà possibile anche in futuro, il miglioramento delle condizioni sanitarie, socio economiche in Africa, come in altri Paesi del mondo: sono orgoglioso di farne parte.

L’occasione del Centenario, celebrato a Milano il prossimo novembre, sarà quella di implementare la comunicazione ai rotariani ed alla popolazione in generale circa l’attività di Aquaplus, e motivare ulteriormente i club ad una raccolta fondi, per garantire la prosecuzione dei progetti già in essere. Sarà anche interessante confrontarsi con le istituzioni milanesi e della regione Lombardia, per una possibile cooperazione alla organizzazione della Giornata Mondiale dell’Acqua, nel marzo 2024.

Consapevoli che una comunicazione efficace è alla base di una condivisione del progetto, il team di Aquaplus, (attualmente presieduto dal PDG Alberto Schiraldi) ha recentemente realizzato un filmato, che mostra i punti cardine della “vision” e di ciò che già è stato realizzato in concreto. Ed è stato scelto uno slogan ad alto impatto emotivo: Per la mancanza d’acqua non esiste vaccino.

Da ultimo permettimi di dichiarare il mio orgoglio di appartenenza al nostro RC Milano Linate, che, come sai, ha dato negli anni un contributo essenziale ad Aquaplus, sin dalla sua ideazione, con i soci: il PDG e DG Giulio Koch, il past president Carlo Pompei, e, che più recentemente, vede l’impegno del sottoscritto e dell’attuale presidente di club Alessia Usuelli.

Testo a cura di Sabina Mantovani