COVID 19
dalla Sindemia alla Polemodemia, riflessioni su un possibile ritorno della polio nel mondo


HIGHLIGHTS – Settembre 2024
Rotary Distretto 2041 - Rotary International

Riflessioni di un Rotariano su Covid e Guerra:

La prima ondata di Covid aveva lasciato il mondo sgomento davanti alla realtà di un rischio mortale globale generato da un agente sconosciuto che scardinava i sistemi sanitari planetari.

L’uomo si trovava indifeso alla mercé di un virus che colpendo direttamente l’uomo metteva in crisi anche la struttura economica e sociale e costringeva al confronto con tematiche etiche che erano state ignorate ma che con la malattia diventavano urgente motivo di riflessione.

Il riscoprirsi fragili e vulnerabili davanti all’infinitamente piccolo ci aveva però portati a riscoprire, in tutto il mondo, il bisogno di unità, fratellanza e cooperazione.

Gli scienziati erano costretti a una ricerca comune cercando di superare gli egoismi personali, politici e nazionalistici.

L’economia ha dovuto trovare sistemi comuni difensivi davanti anche all’imbarazzante realtà che ormai tutto fa parte di un sistema globale e che è controproducente se non impossibile studiare modelli che non comportino l’aiuto reciproco e al mondo povero nel tentativo di ridurre il gap socio economico con i paesi più ricchi

I paesi più poveri rappresentano un inestinguibile serbatoio di patologie virali che trovano le condizioni ideali per emergere dal loro “sonno” e sbizzarrirsi in una girandola di mutazioni potenzialmente sempre più aggressive.

Le muraglie che nei millenni abbiamo costruito, dalle primitive costruzioni murarie fino alle nuove barriere elettroniche, sono rese inutili da quella stessa globalizzazione che credevamo potesse essere una risposta ai bisogni umani.

Abbiamo così osservato impotenti e angosciati al passaggio dallo “stato epidemico” allo” stato pandemico” fino ad accorgerci che anche la definizione di pandemia stava stretta ai disastri causati dal Covid.

Si è così osservato che, come nel caso della “Influenza Spagnola” che aveva registrato nella sua terza ondata il numero più grande di morti con il sovrapporsi delle polmoniti batteriche invernali (era pre antibiotica) così anche nel caso del Covid il termine più adatto per inquadrarlo era “Sindemia”

Negli anni 90 Singer aveva infatti usato questo termine per definire gli effetti prodotti sinergicamente da 2 o più malattie e dall’impatto delle situazioni socio-economiche.

Lo studio degli effetti prodotti dal COVID 19 sta evidenziando sempre più che il virus è maggiormente letale nelle persone con patologie croniche (malattie cardiovascolari, tumori, obesità, diabete…)e colpisce di più fasce di popolazione in condizioni socio-sanitarie precarie.

L’osservazione di questo fenomeno allarga l’orizzonte della lotta alle malattie spostando sempre più il focus sulla cronicità, sull’assistenza sanitaria di base e sulla riduzione delle diseguaglianze socio economiche.

L’unico merito del Covid è di aver, di fatto, ribadito che la lotta alla Sindemia deve svilupparsi fino a creare una catena di SIMPATIA-SOLIDARIETA’-COLLABORAZIONE.

La sinergia tra queste forze è alla base della lotta alla Sindemia e degli importanti, se pur parziali, successi della lotta al virus (vaccino)

Nei quasi 2 anni ormai dall’esordio del Covid il mondo ha vissuto come in un letargo cercando di ridurre al minimo i bisogni in generale.

Anche i focolai di guerra si sono sopiti pur covando come brace sotto la cenere.

È bastato però un momentaneo e speriamo non illusorio segno di parziale contenimento del virus che subito si è riaffacciato sul mondo lo spettro della guerra.

La materializzazione del conflitto armato in Europa e in medio oriente rischia di generare un nuovo fenomeno che mi azzarderei a chiamare, coniando un nuovo termine “POLEMODEMIA”(Πόλεμος guerra)

In altre parole l’impatto della diffusione delle malattie dovuto alla sovrapposizione della guerra alla Sindemia.

La Polemodemia ha una sua caratteristica precisa che la distingue dalla Sindemia.

Perché, se da una parte è lampante che la guerra crea una drammatica crisi delle condizioni sociosanitarie, igieniche ed economiche e che ha nell’immediato tutte le caratteristiche per ingenerare e diffondere infezioni virali e batteriche con pesanti ripercussioni sullo stato di salute dei “cronici”, è anche vero che dall’altra ha delle specifiche caratteristiche e non può essere derubricata a semplice Sindemia.

La guerra mina, infatti, la capacità di integrazione tra Simpatia, Solidarietà e Collaborazione con l’aggiunta frequente della scomparsa della Pietà.

Alla follia delle armi si aggiunge il dispregio e la miopia di chi scatena conflitti in aree (come in Ucraina e medio oriente) in cui ci si trova ancora in emergenza sanitaria con basso tasso vaccinale, scarsa rete territoriale e ospedaliera e con il più alto tasso (Russia, Ucraina e Striscia di Gaza) di infezioni da TBC,HIV e Morbillo e con l’affacciarsi nuovamente del virus della Polio.

È evidente che anche senza entrare in valutazioni etico-morali che la gestione delle malattie epidemiche e croniche è praticamente impossibile in un contesto di guerra.

Sarebbe cieco non rilevare che, in un contesto globalizzato reso ancor più vulnerabile dai flussi migratori forzati e improvvisi non solo dall’Ucraina verso le nazioni europee ma anche verso la Russia stessa, il rischio di riaccendersi di vecchie malattie o la comparsa di nuove è elevatissimo.

A questo aggiungiamo la patogenicità specifica della guerra moderna con l’uso di agenti nucleari, biologici e chimici (NBC) che possono creare un teatro in cui si sovrappongono fenomeni di guerra NBC e epidemici.

Il difficile controllo di queste armi, ad esempio lo scenario della guerra vicino alle centrali nucleari o peggio l’impiego di armi nucleari tattiche o chimiche, può impattare non solo in forma “acuta” ma successivamente anche “cronica” con aumento di casi di tumori, mutazioni genetiche e malformazioni fetali.

Senza dimenticare la possibile genesi volontaria di nuovi agenti virali manipolati la cui origine è stata ad esempio ipotizzata anche se non provata nel caso del Covid 19.

La definizione Pandemia e Sindemia non bastano a caratterizzare questi fenomeni qualora si manifestino in tempo di guerra.

La creazione di un nuovo termine come POLEMODEMIA non è un mero esercizio semantico letterario ma può aiutare alla comprensione di un fenomeno peculiare in cui la cancellazione di alcune categorie morali universali si intreccia con l’impatto sindemico, questo al fine di sensibilizzare il mondo scientifico offrendo motivi di riflessione per lo sviluppo della ricerca che sempre più deve essere ispirata a principi etici comuni.

I Rotariani possono concretamente costruire la Pace promovendo una cultura di Pace come hanno dimostrato combattendo la Polio nel mondo oltre che con l’azione sul campo anche dialogando con quelle realtà locali che osteggiavano le campagne vaccinali per diffidenza, ignoranza o peggio per mera ideologia.

Pasquale Ventura
Delegato del Governatore alla Sanità