Second Chance:

Corsi di abilitazione al ruolo di operatore di canile per i detenuti del carcere di Opera


HIGHLIGHTS – Maggio 2025

Il service presso le carceri è difficile da comprendere fino in fondo finché non si vedono i risultati che si possono ottenere.

Ma un percorso e una crescita per migliorare il percorso carcerario e rendere davvero utile la detenzione sono necessari e urgenti. Non basta avere compassione di chi ha sbagliato, è necessario dare il buon esempio di impegno e capacità. Ed è necessario portare presso le carceri valori e principi che possano coinvolgere e contagiare persone che mai hanno incontrato esempi positivi di rettitudine, morale e correttezza.

Tutto questo va molto oltre la misericordia e la compassione che certamente servono per approcciare dei colpevoli in modo costruttivo. È necessaria una via di comunicazione che faccia breccia e consenta ad un seme di moralità e correttezza di fare radici nelle persone.

Second Chance, nella convinzione di poter fare la differenza per la crescita personale delle persone, organizza corsi di abilitazione al ruolo di Operatore di Canile per i detenuti del carcere di Opera.

Adriano Preda e Barbara Adriano, spesso affiancati anche dalla socia Charlotte Hermes, sono gli istruttori che tengono il corso e che si relazionano con i detenuti.

Qui di seguito le loro testimonianze, e alla fine anche la lettera di un detenuto che sta seguendo questo corso.

Tutti e tre ci ringraziano, ringraziano il Rotary. Credo sinceramente che anche il Rotary possa ringraziare per l’impegno profuso e i risultati ottenuti anche attraverso il loro operato.

Adriano Preda:

“L’anno scorso abbiamo ricevuto circa 45 richieste che si sono concretizzate in due corsi da 12 discenti cadauno dei quali 13 detenuti sono arrivati alla fine del percorso col superamento dell’esame finale. Di questi 13, alcuni sono stati nel frattempo scarcerati ed inseriti a piede libero in comunità di recupero. In particolare, Andrea Mele è stato assunto da un canile in liguria mentre Carmelo Minissale ha iniziato a collaborare come volontario presso un rifugio in Lombardia.

Quest’anno abbiamo ricevuto circa 95 richieste di partecipazione al corso e fatto i relativi colloqui di ammissione che al momento hanno portato a costituire la prima classe con 14 detenuti (che faranno l’esame il 10/05) ed una seconda di 12 detenuti con inizio corso da definirsi. Tutti gli altri sono in coda.

Nel complesso direi che lo scenario è molto promettente, il clima è ottimo sia con i detenuti che con gli agenti della polizia penitenziaria del secondo reparto dove noi lavoriamo. I ritorni in termini di sostegno psicologico ai detenuti sono notevoli, certo, parliamo di cinofilia, ma i riscontri vanno molto al di là della sola etologia o conoscenza di come funziona la specie canis familiaris.

Nel tempo, con molti di loro, si sono instaurati dei rapporti di confidenza che hanno portato il sottoscritto, e naturalmente anche Barbara e Charlotte, anche se secondo diverse prospettive, a maturare una certa autorevolezza morale che su parecchi ha notevole influenza. Parlo di cani ma allo stesso tempo parliamo della vita, del giusto, dello sbagliato, della consapevolezza della strada da percorrere. Un’esperienza, anche per noi tutor, tutt’altro che facile, a livello emotivo molto provante (sicuramente per me, le ragazze diranno la loro in proposito) ma allo stesso tempo bellissima. Ciò che mi dico sempre è che questo è un modo per sostenere gli ultimi, i dimenticati e, a volte, gli oppressi. Mi riferisco in particolare al caso di Andrea Volonghi, che forse ricorderai, il quale, dopo molti anni di detenzione, aveva iniziato ad uscire con i permessi giornalieri e con il quale avevamo già organizzato, assieme alla volontaria che lo segue, di inserirlo nel corso esterno per diventare educatore cinofilo e che, d’improvviso, è stato messo per tre anni in isolamento dal magistrato. E sai perchè? perchè nella sentenza originale erano previsti tre anni di isolamento ma mai nessuno aveva pensato di farglieli scontare…

Per sostenerlo in questa solitudine gli ho comperato alcuni libri di etologia ed ho fatto in modo che li ricevesse…

Intendo dire che quando si entra in un contesto dove il bisogno di umanità, di uno sguardo amico, di qualcuno con cui parlare liberamente è forte, non puoi semplicemente insegnare, devi mettere te stesso in gioco, completamente, questo ci rende persone vere, e per questo motivo ti ringrazio.

Un abbraccio, Adriano”

Barbara Adriano:

Non c’è molta differenza tra il carcere ed il canile.

Per quanto da diversi anni ho avuto il Privilegio di frequentare tutti e due, mi stupisco sempre degli apporti che da entrambi i luoghi ricevo.

Unica discriminante è che i cani non sanno perché si trovano li. Tutti e due sono obbligati ad accettarlo. Tutti e due sono obbligati ad obbedire a regole imposte.

La differenza la fa appunto l’umanità delle persone che incontrano durante questo percorso ” obbligato”. La differenza la fa lo sguardo che sentono su di sé per rifiorire.

E per me è sempre un arricchimento ricordare che esiste la vita, l’intelligenza, il cuore, la curiosità, l’energia… Nonostante la privazione.”

Detenuto del corso di Second Chance:

Mi chiamo ** **, attualmente detenuto nella casa di reclusione di Opera dove ho la fortuna di frequentare il corso di Operatore di Canille da voi organizzato e sostenuto.

Parlo di fortuna di frequentare per diversi motivi , uno più importante dell’altro: grazie a questo corso date a me e agli altri che lo frequentano la possibilità di uscire da una cella soffocante, angusta e triste, di passare qualche ora tranquilli lontano dal caos quotidiano delle sezioni che altrimenti saremmo costretti a stare in 150 persone, un rumoreggiante mercato quotidiano che inizia alle 7.30 del mattino e chiude alle 19.30.

La possibilità di conoscere e capire meglio i nostri cani (quasi tutti noi che frequentiamo ne abbiamo uno), la possibilità di avere uno opzione lavorativa in un canile e soprattutto la possibilità di poter interagire con tre persone fantastiche, Barbara, Charlotte e Adriano.

Per questo vi scrivo per ringraziarvi davvero tantissimo. Il sollievo che ci dà questo corso è davvero tanto e non ce ne sono molti qui dentro, ma ci tenevo anche a dirvi che grazie a voi, grazie alla pazienza e all’impegno di Barbara Charlotte e Adriano, grazie all’interazione cha abbiamo con loro e a quello che portano e ci danno, qualcuno capisca la bellezza di una vita giusta, che qualcuno di noi capisca che c’è una possibilità e che venga la voglia di provarci. Perché la bellezza della vita non è nella droga come non è nei soldi.

spero davvero oche continuerete in futuro con iniziative come queste perché oltre a poter salvare qualcuno di noi aiutate a migliorare la società in cui viviamo.

Lucia Barucco
RC Milano Duomo